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Giro d’Italia 2014, le giovani speranze azzurre

giro italia 2014

Sarà il Giro d’Italia a dare una svolta di qualità alla stagione fin qui deludente del ciclismo azzurro? Senza il numero uno del nostro movimento, Vincenzo Nibali, la corsa rosa aspetta i veterani Basso, Scarponi, Pozzovivo, ma soprattutto tanti giovani talenti attesi al definitivo salto di qualità. Vediamo uno per uno i giovani corridori azzurri che possono brillare sulle strade del Giro d’Italia 2014.

Fabio Aru – Sardo, classe ’90, è il nostro miglior talento per le grandi corse a tappe. E’ uno scalatore puro di classe cristallina. Sarà il numero 2 della Astana dietro a Scarponi, un ruolo che potrebbe lasciargli tranquillità e spazio giusti per fare qualche numero in montagna.

Adriano Malori – E’ uno dei pochi italiani che eccelle nelle corse contro il tempo. Il passaggio alla spagnola Movistar gli ha dato una marcia in più. Alla Tirreno ha battuto tutti i grandi della specialità, da Cancellara a Wiggins e Martin, e al Giro d’Italia ha messo nel mirino la crono di Barolo.

Diego Ulissi – Talento precoce da classiche, al Giro d’Italia ha già vinto una tappa nel 2011 quando non aveva ancora 22 anni. Nelle recenti corse al nord non ha avuto fortuna, ma al Giro d’Italia può trovare diverse occasioni per rifarsi.

Elia Viviani – Velocista di gran classe, si destreggia tra strada e pista come nessun altro in Italia. Recentemente ha battuto Cavendish. Perché non pensare di poter fare altrettanto con Kittel che tutti attendono come il velocista di riferimento al Giro d’Italia?

Moreno Moser – Un cognome da storia del ciclismo e numeri da lustrarsi gli occhi al debutto tra i pro. Poi troppi infortuni, ma al Giro d’Italia del debutto promette di firmare una tappa.

Giacomo Nizzolo – Velocista che scollina e sa prendere vento, non ha ancora concretizzato al meglio le sue grandi doti. Il Giro d’Italia può essere la sua rampa di lancio.

E non dimentichiamo altri giovani promettenti come lo scalatore Diego Rosa, ex biker, 24° lo scorso anno al suo primo Giro d’Italia. O come il velocista Sonny Colbrelli, ancora alla ricerca della prima vittoria ma piazzato con la costanza di nessun altro, o Enrico Battaglin, corridore da percorsi misti che un anno fa vinse la tappa di Serra San Bruno ma finì il Giro d’Italia con una caduta che lo condizionò nel resto della stagione. Il riscatto del ciclismo azzurro passa da questi nomi e d questo Giro d’Italia.